La didattica a distanza, in questa fase di emergenza, per il lavoratori le cose si sono ribaltate, lo smart working diventa non più una possibilità, ma un obbligo per i docenti e operatori della scuola pubblica, senza che si riesca a comprendere con quali regole e quale sia la fonte contrattuale, al di là della fonte impositiva. Finora è stata per l’Amministrazione una “possibilità”, diventata da poco un obbligo grazie alla circolare n.1 del 4 marzo 2020 con oggetto “Misure incentivanti per il ricorso a modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa” che ha dato attuazione alla L. 7 agosto 2015 n. 124, che prevedeva appunto lo smart working.
La prestazione di lavoro dei docenti diverrà obbligatoria, i esito al Decreto che il Governo sta per emettere, in maniera del tutto impositiva, senza che un contratto di lavoro regoli le reciproche pretese.
Ma sono ancora tantissimi i problemi e gli aspetti da definire, se pensiamo alla scarsità di dotazione tecnologica delle famiglie, problemi tecnici internet e la banda larga non arrivano in tutte le aree del Paese e non tutte le famiglie hanno disponibilità economiche per pagare il servizio, gli insegnanti ed i Dirigenti sono stati eroici perchè non hanno avuto dal punto di vista tecnologico e della formazione alcun sostegno, organizzare didattica a distanza è stata una loro vittoria. Oggi tutto questo chiede urgente regolamentazione. Tutto lo sviluppo digitale delle pubbliche amministrazioni sconta un notevole ritardo. Tutta la disciplina del rapporto di lavoro è stata ed ancora di più oggi è fuori dalla contrattazione collettiva, fuori da un confronto con i sindacati, il lavoro agile è ancora in balia di singoli accordi individuali.
Attenti ai vostri diritti “vecchio stampo”, quelli non li ha ancora abrogati nessuno!!